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LA STORIA

La presenza di un polo estrattivo fin da prima del Medio Evo ha reso possibile la realizzazione con la Pietra di Credaro di castelli, monasteri, cascinali, muri di cinta e selciati. L’avvento del Novecento segna l’inizio dell’eclettismo dell’impiego della pietra e, di conseguenza, l’esportazione al di fuori della sola zona di produzione per realizzare non solo edifici ma anche sontuosi e preziosi camini, portali e pavimenti presenti anche in alcune importanti residenze francesi.

La lavorazione dei dettagli fu resa possibile dalla meticolosa opera degli scalpellini che dall’inizio del XX secolo si dedicarono a questo mestiere. Risalgono a questo periodo alcune delle più belle ville del bergamasco, dalle Faccanoni di Sarnico alla Bassiana a Bergamo, Casa Leidi realizzata nel 1935 al civico 78 di viale Vittorio Emanuele e progettata dall’architetto G. Muzio e altre residenze meravigliose come Casa Goggia del 1904 e Villa Finazzi  del 1915. Di grande impatto è anche la Torre dei Caduti, in piazza Vittorio Veneto, realizzata nel 1921. Inoltre, a Bergamo, la pietra è stata utilizzata per il restauro di buona parte degli edifici storici di Città Alta e per le mura Venete.

Nel 1953 la cava viene acquistata da Ravelli Egidio. In quegli anni, oltre che investire risorse su nuovi e più efficienti metodi di estrazione, si punta molto sul ruolo degli architetti, nazionali e non, per far conoscere la Pietra di Credaro e consigliarne l’impiego su larga scala.

Il figlio Ravelli Angelo Bruno, nei primi anni Ottanta, acquisisce nuovi terreni e nuove concessioni portando il fronte di cava alle dimensioni attuali. Da allora centinaia di ville in Italia e all’estero sono state interamente realizzate con la Pietra di Credaro.

Oggi, forti dell’esperienza di anni di lavoro, mantenendo l’eccezionale qualità tecnica e artistica dei nostri prodotti proponiamo sia classici che nuovi metodi applicativi utili a soddisfare i più moderni sistemi costruttivi, per offrire al committente un’opera unica.

L'ESTRAZIONE

L’estrazione della Pietra di Credaro non avviene con l’uso di esplosivi per evitare di rovinarla frantumandola eccessivamente. Si preferisce ricorrere all’abbattimento con mezzi meccanici quali martelli pneumatici o scavatori a benna.

La coltivazione avviene per gradoni detti anche “corsi”.

All’interno della cava i corsi sono sagomati conformemente alla disposizione geometrica delle bancate e degli strati naturali che generalmente hanno una giacitura suborizzontale.

Normalmente durante l’estrazione si cerca di provocare il distacco di blocchi appartenenti ad un’unica bancata o ad un insieme di strati.

I blocchi così separati dalla sede naturale vengono selezionati in base alle caratteristiche tecniche e cromatiche.

Dai blocchi di grosse dimensioni e privi di fratture è possibile ricavare lastre per pavimentazioni o colonne per porticati; il resto del materiale viene lavorato meccanicamente con delle trance idrauliche per ricavarne blocchetti di pietra in seguito lavorati manualmente dai nostri scalpellini ed utilizzati per murature o per rifiniture.

Il fronte di cava, una volta ultimata la coltivazione, viene recuperato con stesura di terreno artificiale e successiva messa a dimora di specie arboree sui gradoni e inerbimento mediante idrosemina sulle pareti delle scarpate.